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Come evitare controlli fiscali (depositphotos.com) - www.financecue.it
Il controllo dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti: come evitare controlli fiscali in ambito bonifici
Nell’era dei controlli fiscali automatizzati, ogni movimentazione finanziaria può attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate e, potenzialmente, le sue sanzioni.
Le operazioni bancarie, in particolare gli accrediti ricevuti, sono spesso oggetto di verifiche mirate ad accertare eventuali incongruenze rispetto ai redditi dichiarati.
Pertanto, è fondamentale comprendere come funzionano questi controlli e conoscere le modalità per giustificare determinate entrate, specialmente quando si tratta di trasferimenti di denaro da familiari.
Esistono, in effetti, delle eccezioni che esonerano alcuni accrediti dalla presunzione di reddito imponibile, un principio confermato anche da recenti pronunce giurisprudenziali. Approfondiamo dunque il tema per chiarire come evitare problemi con il Fisco.
Il controllo sui conti correnti
Come indicato nelle normative fiscali, l’Agenzia delle Entrate tiene sotto osservazione i conti correnti attraverso l’Anagrafe Tributaria e l’Anagrafe dei Rapporti Finanziari. Questa procedura consente di monitorare saldi, giacenze medie e operazioni effettuate dai contribuenti, con particolare attenzione ai bonifici in entrata. L’obiettivo dei controlli è individuare possibili redditi non dichiarati che potrebbero sfuggire alla tassazione. Per i privati non titolari di partita IVA, il focus è sui versamenti ricevuti, a prescindere dalla loro origine, per stabilire se possano essere considerati redditi imponibili. È quindi essenziale saper dimostrare la natura di tali accrediti per prevenire contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 32 del D. P. R. 600/1973 (e riportato da La Legge per tutti), ogni accredito sul conto corrente è presumibilmente un reddito imponibile, a meno che il contribuente non dimostri il contrario. Questa regola implica che il destinatario del bonifico ha l’onere della prova, dovendo fornire documentazione adeguata per giustificare l’assenza di carattere reddituale della somma ricevuta.
Bonifici tra parenti
Come evidenziato dalla giurisprudenza, i bonifici ricevuti da familiari stretti non sono automaticamente considerati redditi imponibili. La legge riconosce che tali trasferimenti avvengono in un contesto di solidarietà familiare, come previsto dagli articoli 2, 29 e 30 della Costituzione. Recenti sentenze hanno dimostrato che un bonifico da un genitore a un figlio, da un nonno a un nipote o tra fratelli può essere inquadrato come una liberalità o un contributo per necessità specifiche, escludendolo così dalla tassazione diretta. Tuttavia, affinché questa presunzione operi a favore del contribuente, è necessario documentare la provenienza della somma e la relazione con il soggetto ordinante.
Per evitare contestazioni fiscali, è utile mettere in atto alcune precauzioni. Come suggerito anche da La Legge per tutti, la tracciabilità dei trasferimenti è un elemento chiave. Utilizzare bonifici bancari con una causale chiara, specificando il motivo del trasferimento (come “Regalo di compleanno” o “Aiuto per spese universitarie”), può semplificare la giustificazione dell’operazione.