Pensioni in aumento, raggiunta finalmente la cifra tonda: con una richiesta si ottiene l’aumento clamoroso
Pensioni 2025: aumenta l’assegno mensile con una semplice richiesta. Scopri come ottenere un incremento clamoroso.
Oggi più che mai si parla di pensioni. I costi della vita continuano a salire, e per molti è difficile arrivare a fine mese con un assegno che non basta. Il governo prova a mettere mano a queste situazioni con qualche misura qua e là, ma la sensazione diffusa tra chi riceve la pensione è che questi interventi siano solo palliativi. Gli aumenti, insomma, sembrano sempre troppo piccoli per fare la differenza.
E mentre si attende la nuova legge di Bilancio, le speranze sono legate alle voci su possibili novità. Si parla di rivalutazione delle pensioni minime, di limiti reddituali più flessibili, ma tutto è ancora incerto. Certo è che, stando ai numeri che girano, gli incrementi saranno davvero modesti, legati ai parametri dell’inflazione che, per ora, non promette niente di eccezionale.
Per il prossimo anno, l’aumento delle pensioni sarà basato su un tasso di inflazione stimato allo 0,8%. Questo vuol dire, per tanti, un ritocco minimo che difficilmente cambierà le cose. Pensateci: con l’inflazione a questi livelli, chi prende una pensione integrata al minimo vedrà il proprio assegno crescere di pochissimi euro al mese.
Attualmente, chi riceve una pensione minima non supera i 598,61 euro al mese. L’aumento previsto porterà questo importo a poco più di 600 euro. Un miglioramento? Certo, ma davvero troppo piccolo per parlare di un vero sollievo economico. Inoltre, il governo sta valutando un ulteriore incremento per chi ha più di 70 anni, ma anche questa misura è al centro di discussioni e potrebbe non trovare applicazione.
La “vecchia” integrazione al milione torna in aiuto
Questo aumento nasce da una misura che esiste da anni, ma che pochi conoscono davvero. Si tratta della cosiddetta integrazione al milione, introdotta nei primi anni 2000. Lo scopo era garantire a chi aveva una pensione bassa un importo mensile pari a un milione di lire, ovvero circa 516 euro dell’epoca. Questa integrazione è ancora valida oggi, ma per accedervi bisogna rispettare alcune condizioni. Non è una misura automatica: bisogna fare domanda e dimostrare di avere i requisiti. Il pensionato, per esempio, deve avere un reddito annuo inferiore a 9.555,65 euro se vive da solo, oppure a 16.502,98 euro se è sposato.
L’età conta: la norma prevede che si debbano avere almeno 70 anni per ricevere questa integrazione. Tuttavia, c’è uno “sconto” legato ai contributi versati. Ogni cinque anni di contributi, l’età minima richiesta si abbassa di un anno. Per esempio, un pensionato con 20 anni di contributi potrebbe accedere all’integrazione già a 66 anni. Nel 2025, per chi soddisfa queste condizioni, l’incremento potrebbe essere di 136 euro al mese, una somma che, finalmente, potrebbe fare la differenza.
Come presentare la domanda
Se pensate di rientrare nei requisiti, il passo successivo è fare domanda all’INPS. Ma attenzione: non è un processo immediato. È necessario presentare una documentazione specifica che dimostri il rispetto delle condizioni richieste. Tra i documenti più importanti ci sono l’ISEE aggiornato e il certificato che attesti i contributi versati.
Per evitare errori, la cosa migliore è rivolgersi a un patronato o a un esperto in materia. Questi professionisti possono aiutarvi a compilare correttamente la domanda e a seguire l’iter necessario per ottenere l’integrazione.
Questa misura, anche se poco conosciuta, rappresenta un’opportunità concreta per chi riceve una pensione bassa. In un contesto economico difficile come quello attuale, ottenere 136 euro in più ogni mese può fare davvero la differenza per tante famiglie. Non resta che informarsi e, se possibile, approfittare di questa possibilità.