Assegno di mantenimento, cambiano le carte in tavola: con la nuova sentenza sborsi un sacco di soldi
Assegno di mantenimento, come cambia la normativa? L’ultima sentenza di Cassazione ha messo tutto in ordine. Come?
L’assegno di mantenimento è un pagamento che un coniuge dà all’altro e/o ai figli in caso di separazione o di divorzio. Non tutti i casi sono uguali: è il coniuge che ha più soldi a dare un aiuto economico all’altro, perché deve mantenere il tenore di vita che aveva in famiglia.
Qundo entrambi i coniugi lavorano e non c’è l’esigenza di mantenere il coniuge prima a carico, allora l’assegno di mantenimento si riferisce solo ai figli fino a una certa età, oppure prima se hanno trovato lavoro.
La nuova sentenza della Cassazione insiste su questo punto e ora fa chiarezza su alcune dinamiche. Per alcuni l’assegno di mantenimento potrebbe diventare più caro. Perché e cosa hanno detto i togati?
L’assegno non si dà per caso, ma è importante tenere conto anche di questa spesa nel budget. Come funziona e come sono cambiate le regole con questa importante novità in arrivo? È tempo di scoprirlo!
L’assegno di mantenimento, come si versa
Il metodo migliore per versare l’assegno di mantenimento è il bonifico bancario con la causale di mantenimento. Così si possono tenere traccia di tutti i pagamenti effettuati e si può dimostrare di essere in regola anche per le esigenze dei figli.
Quali sono le novità introdotte dalla Corte di Cassazione e qual è il caso che ha fatto giurisprudenza come si dice nel gergo? Ecco tutto quello che c’è da sapere se mandi o percepisci un assegno di mantenimento.
Le novità dalla Cassazione
I figli maggiorenni hanno diritto all’assegno di mantenimento se non hanno un’entrata costante e hanno solo i genitori come riferimento. A dirlo è la Corte di Cassazione, intervenuta sul caso di un padre che voleva togliere il mantenimento alle figlie che studiavano e lavoravano fuori sede, ma non avevano un’entrata fissa. Anche se l’Appello aveva dato ragione all’uomo, la Cassazione ha ribaltato la sentenza, ma non per tutti.
Infatti, nella decisione incidono fattori come: età, condizione economica, impegno nella ricerca dell’occupazione, conseguimento di un livello di competenza professionale e tecnica e la condotta dal compimento dei 18 anni. Questo vuol dire che il figlio maggiorenne deve fare di tutto per rendersi indipendente economicamente e solo se non ci riesce e ha solo i genitori come riferimento allora si può pensare all’assegno di mantenimento.