Lisbona, ecco il piano ambizioso del governo per fermare l’esodo giovanile
Il Portogallo, noto per il suo clima mite e le sue splendide coste, è divenuto negli ultimi anni un punto di partenza per migliaia di giovani in cerca di opportunità migliori all’estero. L’esodo di talenti, attratti da economie più prospere e stipendi più alti, ha creato una lacuna nelle nuove generazioni che il governo portoghese cerca ora di colmare. Non è solo una questione economica, ma anche sociale: la perdita di giovani laureati, professionisti e lavoratori specializzati rischia di compromettere il futuro del Paese.
La crisi demografica che affligge il Portogallo è alimentata da due fattori principali: l’emigrazione giovanile e il crescente costo della vita. La combinazione di salari stagnanti e un mercato immobiliare in forte espansione ha portato molti giovani a cercare fortuna all’estero, soprattutto in paesi come la Germania e la Francia. In risposta a questa emergenza, il premier portoghese Luís Montenegro ha deciso di adottare una strategia audace per trattenere le nuove generazioni.
La proposta del governo prevede un approccio radicale: ridurre drasticamente, quasi eliminare, le tasse per i giovani. Questa misura fiscale straordinaria mira a rendere il Portogallo più attraente per i suoi giovani lavoratori, scoraggiando l’emigrazione e incentivando il ritorno di coloro che hanno già lasciato il Paese.
Lisbona, una manovra fiscale senza precedenti
La proposta di Montenegro è stata presentata come parte della finanziaria del 2025, ma ciò che ha catturato maggiormente l’attenzione è il pacchetto di agevolazioni fiscali destinato agli under 35. L’idea è semplice quanto rivoluzionaria: per i primi dieci anni di lavoro, i giovani lavoratori vedranno ridotte le loro tasse in modo progressivo. Nel primo anno, le tasse sul reddito saranno pari a zero, offrendo una spinta significativa ai neolaureati e a chiunque inizia la sua carriera in Portogallo. Successivamente, l’imposta aumenterà gradualmente: dal secondo al quarto anno i giovani pagheranno solo il 25% delle imposte dovute, dal quinto al settimo anno la riduzione sarà del 50%, mentre dall’ottavo al decimo anno il taglio sarà del 25%.
Un piano che, secondo il governo, dovrebbe aiutare a trattenere i talenti nel Paese e a migliorare la competitività del Portogallo sul mercato del lavoro globale. La misura fiscale non riguarda solo i laureati, ma è aperta a tutti i giovani sotto i 35 anni, compresi gli stranieri che si trasferiscono in Portogallo. Questo potrebbe aumentare ulteriormente i costi del programma, ma al tempo stesso potrebbe incentivare l’arrivo di giovani professionisti da altri Paesi, contribuendo così a bilanciare l’emigrazione interna con una nuova immigrazione qualificata.
La sfida di convincere il Parlamento
Il successo di questo ambizioso piano fiscale dipenderà dal supporto che il governo riuscirà a ottenere in Parlamento. La minoranza che sostiene il premier Montenegro rende incerta l’approvazione del pacchetto di misure, e il dibattito su come finanziare tali agevolazioni è destinato a essere acceso. I socialisti, in particolare, si sono detti contrari a tagli fiscali così aggressivi, temendo che ciò possa compromettere la sostenibilità del welfare e dei servizi pubblici. Oltre a questo, c’è da affrontare la questione del mercato immobiliare. Il boom dei prezzi delle case, alimentato anche dalla crescente domanda di lavoratori stranieri e nomadi digitali, sta mettendo sotto pressione le giovani famiglie portoghesi, che faticano a trovare abitazioni accessibili. Senza un intervento concreto in questo settore, anche un taglio delle tasse potrebbe rivelarsi insufficiente per fermare la fuga dei giovani.
Lisbona, un futuro incerto per il Portogallo
In ogni caso, il Portogallo si trova di fronte a una sfida epocale: invertire una tendenza che ha visto migliaia di giovani abbandonare il Paese alla ricerca di condizioni di vita migliori. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, tra il 2008 e il 2023, ben 361mila giovani tra i 15 e i 35 anni hanno lasciato il Paese. Di questi, molti sono laureati, il che rappresenta una perdita enorme per il sistema educativo e produttivo portoghese. Se la proposta fiscale di Montenegro dovesse passare, potrebbe segnare una svolta nelle politiche demografiche e fiscali del Paese. Tuttavia, rimane da vedere se il piano sarà sufficiente per arginare l’emigrazione o se, al contrario, il costo economico e sociale sarà troppo alto da sostenere per uno Stato già provato da anni di crisi economiche. Lisbona, con il suo sole e la sua bellezza, potrebbe diventare di nuovo un faro per i giovani, ma solo se le politiche riusciranno a bilanciare le esigenze economiche con quelle sociali e demografiche.