ISEE che disastro, spiegato il motivo per cui non ti danno il bonus: il Governo ha fatto un errore clamoroso
C’è un problema per cui non ti danno più il bonus: alcune cose sono state escluse dall’ISEE. Vediamo di cosa si tratta.
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è uno strumento fondamentale per determinare il livello di reddito e di patrimonio delle famiglie italiane. Introdotto per consentire un accesso equo alle prestazioni sociali, l’ISEE permette di misurare la capacità economica di un nucleo familiare, tenendo conto del reddito complessivo, del patrimonio mobiliare e immobiliare, e della composizione del nucleo stesso.
L’ISEE viene utilizzato per valutare il diritto a diverse agevolazioni, come il reddito di cittadinanza, l’assegno unico per i figli, le borse di studio e vari contributi per le spese sanitarie, scolastiche, o per i servizi alla persona. In pratica, l’ISEE rappresenta un criterio di accesso alle prestazioni sociali, garantendo che i benefici siano distribuiti a chi ne ha più bisogno, in base alla situazione economica dichiarata.
La compilazione dell’ISEE avviene tramite l’autodichiarazione del contribuente, che deve fornire informazioni dettagliate sui redditi percepiti, sui beni posseduti, e su eventuali altri parametri richiesti. I dati forniti vengono poi verificati dagli enti preposti, come l’INPS, e il risultato viene utilizzato per calcolare l’indicatore finale. Questo indice è quindi un parametro fondamentale per stabilire la fascia di contribuzione o le eventuali esenzioni da pagamenti.
Tuttavia, l’ISEE non è statico: va rinnovato ogni anno per poter continuare a usufruire delle agevolazioni. Ogni modifica normativa che riguarda il calcolo del patrimonio o del reddito può influenzare direttamente l’accesso a diversi servizi o benefici. Proprio per questo, è importante rimanere aggiornati sulle eventuali variazioni legislative che potrebbero alterare il valore finale dell’indicatore.
Il nodo dell’esclusione dei titoli di stato dall’ISEE
All’inizio del 2024, era stato promesso che alcuni strumenti finanziari, come i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali fino a un valore di 50mila euro, sarebbero stati esclusi dal calcolo dell’ISEE. Questa misura, prevista dalla Legge di Bilancio per il 2024 e finanziata con 44 milioni di euro annui, avrebbe dovuto rendere più vantaggioso il possesso di determinati titoli di debito pubblico italiano.
Tuttavia, la situazione attuale vede un’impasse. Il governo non ha ancora emanato il decreto necessario per modificare il regolamento del 2013, che stabilisce le componenti del patrimonio da considerare nel calcolo dell’ISEE. Di conseguenza, al momento, i possessori di titoli di Stato devono ancora dichiararli nell’indicatore, nonostante le promesse legislative. Dal fronte dell’INPS e dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF) si conferma che, in attesa di nuove direttive, i titoli di Stato devono continuare a essere inclusi nell’indicatore. Le famiglie restano quindi in attesa di sviluppi che, per ora, non sembrano imminenti, mantenendo alta la tensione e l’incertezza su come si evolverà la situazione nel 2025.
Critiche e ritardi nell’attuazione della nuova normativa
L’idea di escludere una parte del patrimonio finanziario, come i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali, dal calcolo dell’ISEE ha suscitato molte critiche da parte degli osservatori e degli esperti di politiche sociali. Secondo i detrattori, questa misura rischia di creare un’ulteriore disparità tra le famiglie italiane, mettendo in competizione per le agevolazioni nuclei con capacità economiche molto differenti. Le famiglie che possiedono risparmi investiti in titoli di Stato potrebbero beneficiare dell’esclusione di questi dal patrimonio mobiliare, accedendo più facilmente a bonus e sussidi, rispetto a chi non ha risorse da investire. Nonostante le polemiche, il governo ha scelto di procedere con la modifica normativa.
Il testo del decreto era stato modificato in corsa per garantire che l’esclusione dei titoli di Stato fosse applicata a tutte le famiglie, anche per i percettori dell’Assegno di Inclusione e del Supporto per la Formazione e il Lavoro. Questa scelta politica è stata giustificata con l’intento di premiare chi ha sostenuto lo Stato investendo nel rifinanziamento del debito pubblico, ma il provvedimento, finora, non è stato attuato. A oggi, la situazione è ferma: il decreto necessario per rendere operativa la norma non è stato emanato, e il “regalo” promesso ai possessori di titoli di Stato è rimasto solo sulla carta. La mancanza di un decreto attuativo crea incertezza tra i cittadini, in particolare tra coloro che, contando sull’esclusione dei titoli dal calcolo dell’ISEE, potrebbero aver già preso decisioni finanziarie rilevanti.