Economia, l’Italia terza in Europa con un PIL cresciuto del 3,4% nell’ultimo anno
Nell’immaginario collettivo dei più, l’ex presidente del consiglio Mario Draghi sembra essere visto come il drago sputafuoco pronto ad incenerire il popolo italiano. Ma in realtà è stato uno dei pochi che ha provato, e pensate che ci stava anche riuscendo, a portare l’economia dell’Italia almeno a livelli quantomeno normali. Perché, parliamoci chiaro, è sempre stata l’economia il fulcro di un paese e se il fulcro viene spento o rallenta, tutto le attività del paese ne risentono. Ma parliamo di dati.
Economia italiana, il PIL cresce
Dai numeri che l’Istat fornisce, nonostante la guerra in corso, nonostante la crisi energetica, nonostante il Covid e nonostante qualsiasi altro evento che si prospetti all’orizzonte, negli ultimi 3 mesi il PIL italiano è cresciuto dell’1%. Se si considera tutto il 2022, ad oggi è cresciuto del 3,4%. Nonostante possa sembrare diversamente, l’Italia è la terza potenza economica in Europa dopo Francia e Germania e dobbiamo dirlo… non è una cosa accaduta spesso, specie negli ultimi tempi! Il PIL è l’indicatore dello stato di salute dell’economia e la nostra sembra essere in salita. Sempre secondo l’Istat, il nostro paese è pronto a portare al di sotto dei 2 milioni il numero dei disoccupati e questa era una cosa che non succedeva dal lontano 2009!
…e la disoccupazione in Italia diminuisce
Secondo l’istituto di statistica, nel mese di giugno 2022 l’occupazione è aumentata dello 0,4% ossia di 86.000 unità per entrambi i sessi. Il tasso di occupazione è salito quindi al 60,1%. Ma l’Istat come fa a calcolare questi dati?
Questi dati non sono altro che delle stime calcolate tramite un’indagine che viene fatta sulla popolazione italiana che viene assoggetta ad interviste. La popolazione di riferimento è quella che ha residenza in Italia e l’intervista abitualmente viene svolta una settimana prima rispetto a quella di riferimento. La popolazione di riferimento viene divisa in tre gruppi:
- Gli occupati ossia tutti coloro che hanno almeno un’ora di lavoro retribuita nella settimana di riferimento;
- I disoccupati ossia tutti coloro che cercano attivamente un lavoro e che sarebbero subito disposti ad incominciare;
- Gli inattivi ossia tutti coloro che non stanno cercando lavoro, ad esempio, gli studenti universitari o i pensionati.
Economia italiana, perché l’occupazione cresce
Secondo Maurizio del Conte, ex presidente dell’Anpal e docente di diritto del lavoro presso la Bocconi di Milano:
Tutto è legato alla ripresa post pandemica: quando cresce il PIL è normale che cresca anche l’occupazione. Il tasso di disoccupazione ha toccato l’8,1 per cento.
E il PIL in Italia sta aumentando grazie ai soggetti che agiscono nell’economia reale. Soprattutto grazie alle imprese ed in particolar modo grazie alle PMI. In Italia queste ultime rappresentano circa il 99,9% delle imprese operanti generando circa il 70% del fatturato da nord a sud.
…ma Moody’s frena sull’economia
L’agenzia di rating Moody’s frena l’entusiasmo italiano confermando il rating Baa3. Tutta colpa della fine del governo Draghi e delle elezioni anticipate. In una nota Moody’s afferma quanto segue:
L’Italia ha forti incentivi a rispettare i termini del Pnrr perché riceve i fondi solo in cambio di riforme. Fallire negli impegni per le riforme potrebbe essere un’indicazione di un indebolimento delle istituzioni legislative ed esecutive. Un ritorno all’incertezza politica.
La replica del MEF non tarda ad arrivare. Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze il rating assegnato all’Italia appare “opinabile”. Secondo il MEF, il PIL italiano è aumentato di più rispetto a quello degli altri paesi europei.
Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento.
Inoltre, secondo Mario Draghi, l’Italia crescerà più di Francia e Germania nei prossimi trimestri. Sarà vero? Staremo a vedere.
D’altronde l’Italia è sempre stato un Paese con ottime possibilità di crescita ma governato da capre. Un po’ come quando al liceo la professoressa diceva a tuo padre “ha le capacità ma non si applica” e tuo padre tornava a casa infuriato ed era subito punizione a vita. Ecco, la nostra punizione (si spera non a vita!) potrebbe essere l’ascesa al governo, il prossimo 25 settembre, di candidati altamente opinabili. Candidati che potrebbero portare ad uno “shock” come “first reaction” su una parte (a quel punto, ahimè, minoritaria!) dello stivale!